Descrizione
Le origini di Montevecchia risalgono all’epoca romana; non è sicuro (anche se appare molto probabile) che vi fossero insediamenti abitativi, è però accertata la presenza di una torre di segnalazione dove ora sorge il Santuario.
A questa funzione di guardiano della Brianza collinare si fa risalire l’origine etimologica del nome stesso del comune; secondo l’opinione più diffusa esso deriverebbe da "Mons Vigiliarum" (monte della vedetta), trasformandosi nel corso dei secoli prima in Montaegia/Montavegia, quindi con diverse varianti fino alla denominazione attuale.
Pur non essendoci prove concrete, all’epoca longobarda (sec. VIII-IX d.c.) si fa risalire la trasformazione della torre romana in edificio di culto cristiano; in quel periodo infatti la postazione di guardia aveva perso importanza e parallelamente il nucleo abitato era cresciuto abbastanza da poter permettersi una propria chiesa, che fin da allora fu dedicata a S. Giovanni Battista, Santo molto venerato dalle genti longobarde.
Il primo documento in cui compare il nome di Montevecchia è il "Liber notitiae sanctorum" di Goffredo da Bussero (1220-1289) in cui è indicato: "In Montaegia ecclesia Sancti Johannis Baptistae", e quindi "Aliud in loco Montavegia plebis de Massalia".
Come tutta la Brianza, essa è compresa nel ducato di Milano, sotto i Visconti ed in seguito sotto gli Sforza; al tramonto di queste dinastie subentrarono prima gli Austriaci (Carlo V), quindi gli Spagnoli (Filippo IV).
In questo periodo la famiglia più importante del paese fu quella dei Regibus de Ello (Redaelli) che, oltre ad essere proprietari terrieri, diedero alcuni cappellani alla comunità.
Alla visita di S. Carlo Borromeo (1577) la popolazione era di 320 anime in 59 case; nel 1602 salì a 446 per poi ridiscendere a 350 anime dopo la peste del 1630.
La situazione economica della Brianza nel 1600 appare disastrosa, tra guerre, carestie, epidemie di peste e siccità. Montevecchia è tra i molti comuni che non riescono a superare la crisi e diventa nel 1647 feudo dei Panigarola.
Nel 1713, con l’estinzione della famiglia Panigarola, il feudo di Montevecchia passò a Giacomo Brivio, appartenente ad una famiglia di mercanti che, arricchitasi, aveva ottenuto il titolo di conti di Brochles (Ungheria).
Problemi finanziari portarono la famiglia alla rovina; nel 1740 anche il feudo di Montevecchia dovette essere venduto e passò nelle mani di Pietro Agnesi.
Anch’egli proveniva dalla alta borghesia milanese ed avendo sposato Anna Fortunata Brivio (figlia di un cugino di Giuseppe) si era trovato in dote anche le proprietà dei Redaelli (I sopraccitati Regibus de Ello) di cui essa era ereditiera.
Figlia di Pietro Agnesi è Maria Gaetana, forse il personaggio più famoso di Montevecchia. Grande matematica in un periodo in cui era difficile per le donne fare carriera nel mondo scientifico, autrice di testi di successo sull’analisi matematica, a soli 34 anni, però, abbandonò gli studi per dedicarsi alla preghiera ed alle opere pie.
Nel 1746 la Lombardia torna agli Austriaci; nella riforma operata da Maria Teresa la pieve di Missaglia, e quindi Montevecchia, entra nella nuova provincia di Como; nel 1756 sono registrati nel paese 555 abitanti.
Con la campagna napoleonica, nel 1796 vennero soppressi i feudi, ma dopo la Restaurazione ed il ritorno degli austriaci (1815) gli Agnesi si riappropriarono del titolo.
Nella prima metà del 1800, nonostante diverse epidemie, la popolazione della Brianza subì un notevole aumento; Montevecchia arrivò a 884 abitanti.
L’aumento della popolazione portò nel 1854 alla creazione del vicariato foraneo di Merate; la parrocchia di Montevecchia, che ne entrò a fare parte, si staccò così dopo circa 1000 anni dalla pieve di Missaglia.
Anche dopo l’unità d’Italia (1861) il paese è fortemente legato all’agricoltura, anche se con l’inizio del secolo e l’aumento della popolazione (nel 1911 si raggiungono i 1400 abitanti) nascono forme di pendolarismo, grazie anche alla nascita della ferrovia Milano-Lecco.
Con l’avvento del fascismo e la politica di accorpamento delle amministrazioni comunali da esso portata in atto il 7 novembre 1927 il paese di Montevecchia viene soppresso e diventa frazione del comune di Cernusco Lombardone, chiamato da allora Cernusco Montevecchia.
Negli stessi anni fu costruita la nuova chiesa parrocchiale, sempre dedicata a S. Giovanni Battista, e trasformata la vecchia in Santuario, dedicato alla Beata Vergine del Monte Carmelo.
Dagli anni ‘40 del secolo una forte spinta all’economia del paese fu data dall’apertura in Alta Collina delle cave e miniere dell’Italcementi (poi chiuse alla fine degli anni ’50 per problemi di sicurezza).
Dopo la seconda guerra mondiale si mise in discussione la forzata annessione a Cernusco e nel 1966 Montevecchia ritorna ad essere comune indipendente.
Nel 1986 venne istituito il parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, di cui fin dagli inizi Montevecchia è stata sede centrale.